Lavorare insieme alla diaspora
per una nuova (e più reale) immagine dell’Africa

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«Expo è stata un’occasione per capire quanto la gente vuole conoscere il Continente, dal punto di vista economico, sociale e culturale; soprattutto dalla voce degli africani stessi. Le statistiche dicono che ci sono circa 1 milione e 400.000 africani in Italia: persone impiegate in diversi settori, uomini e donne che fanno cose molto interessanti ma restando, purtroppo, troppo spesso nell’ombra. Un mondo a cui – noi di Afriknow – vorremmo dar voce».

12190889_10206448246978919_8204951463583181449_nSono queste le parole con cui Prosper Nkenfack, presidente dell’associazione Africasfriends, presenta Afriknow il magazine dedicato alla presenza africana a Expo 2015 (lo potete scaricare gratuitamente dal sito www.afriknow.com).

 

Una bella avventura in cui, anche noi di Africaeuropa, abbiamo dato il nostro piccolo contributo, dopo aver conosciuto Prosper proprio tra i padiglioni dell’Expo.

“In cosa siamo diversi da altri che potrebbero fare la stessa cosa?”, si chiede Nkenfack spiegando il senso del magazine. “Siamo diversi – spiega – perché afriknow.com è gestito in primis da africani che hanno studiato in Italia o in Europa e quindi sono dei validi mediatori fra i due Continenti. Sono anni che si vogliono vedere gli africani parlare del loro Continente in prima persona e questa è una buona opportunità. A noi si sono aggiunti amici italiani che credono nell’Africa e vogliono contribuire alla realizzazione di questo nostro obiettivo”.

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Permettetemi una riflessione: sono convinto che i ghetti non funzionino da nessuna parte; guai se di un argomento si stabilisse che possono parlarne solo alcuni, solo chi possiede un titolo per farlo. E’ pieno di giornalisti italiani che scrivono con competenza, preparazione e passione di Africa (non ne faccio i nomi perché rischierei di lasciar fuori qualcuno, ma sono tanti…), ma non possiamo far finta che, in questi ultimi dieci anni, non sia cresciuta una generazione di africani che in Italia ha portato conoscenze e competenze: si tratta di persone che possono portare un punto di vista e una sensibilità che un europeo, figli di europei, non potrà mai avere. Una voce che deve essere ascoltata, non per il buonismo di chi concede all’altro il diritto di parola, ma con la saggezza di chi si siede ad ascoltare chi ha una ricchezza da condividere con lui. Questo vale ancor di più quando ci si vuole occupare di un continente che, pur amandolo, non è il proprio.

Per questo vi consigliamo di leggere questo magazine e, soprattutto, di seguire i prossimi passi dell’avventura di Afriknow.

Michele Luppi

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